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Concorsi-Letterari.it intervista lo scrittore Paolo Di Pierdomenico

Daniele Picciuti ha incontrato e intervistato Paolo Di Pierdomenico, vincitore assoluto della prima edizione del concorso letterario Circo Massimo, organizzato da Edizioni XII.




Concorsi-Letterari.it intervista lo scrittore Paolo Di Pierdomenico[Concorsi-Letterari.it]: Paolo innanzitutto benvenuto su Concorsi-letterari.it e complimenti per la splendida vittoria. Non solo vincitore della sezione fantascienza ma trionfatore assoluto del Circo Massimo. Quali sono le tue impressioni “a caldo” dopo questa esperienza?
[Paolo Di Pierdomenico]: Mi sono divertito molto! Non è un concorso normale, dove invii il racconto e aspetti che la giuria si pronunci. Il Circo Massimo è un torneo dove si può assistere agli scontri in diretta tramite le animazioni grafiche che mostrano l’andamento e i voti della giuria. Oltre alla trasparenza che questo sistema garantisce, la parte migliore sta nella possibilità di leggere i racconti degli altri partecipanti (che hanno dato il permesso) e di mandare e ricevere commenti nella sezione apposita del forum (il forum delle Edizioni XII, NdR). Così ho avuto occasione di leggere molti racconti di altri autori italiani, di conoscerli sul forum (e molti di loro dal vivo alla premiazione). Insomma un'esperienza davvero costruttiva.

[C-L]: È il primo concorso che riesci a vincere? Hai avuto altri piazzamenti fortunati in passato?
[PDP]: È il primo che vinco. Una volta vinsi un concorso per giochi di ruolo (il Labyrinth, nel 1999) ma la narrativa è una cosa molto diversa. Recentemente hanno selezionato un mio racconto breve per un concorso molto particolare chiamato 8x8, dove otto autori leggono il proprio racconto in una serata in un locale. Anche quella è stata un’esperienza interessante.

[C-L]: Parlaci del tuo racconto vincitore, La Polvere di Cantor. Come hai concepito la storia?
[PDP]: L’idea è nata in un contesto di scrittura collaborativa, insieme ad un mio amico “virtuale”, Davide Quattrocchi, circa un anno fa. Davide lanciò l’idea di scrivere un racconto dove il tempo fosse fermo, ponendola come una sfida narrativa piuttosto estrema, che io accettai scrivendo alcuni passaggi. Unendo le idee gettammo le basi di una storia molto articolata. Scrissi un fiume di appunti per una trama completa, ma lo scarso tempo libero impedì l’evolversi di quel progetto. Però c’era una scena nei miei appunti che continuava a ronzarmi nella testa. Per scrivere La Polvere di Cantor sono ripartito da lì, riscrivendo da capo e recuperando qualche idea. Con Davide sono rimasto in contatto, e non escludiamo del tutto la possibilità di riprendere il percorso originale che avevamo in mente, in futuro.

[C-L]: Nella storia della fantascienza c’è un’infinità di scritti che trattano di paradossi temporali, viaggi nel tempo e distorsioni spazio-temporali. È stato difficile per te parlare di questo argomento senza cadere nei soliti cliché?
[PDP]: Secondo me l’importante è puntare scrivere in modo significativo. Esistono molte idee classiche e già sfruttate, ma non devono essere fini a se stesse, devono essere funzionali alla storia e sposarsi ai temi che si vogliono portare avanti. Forse in questo modo si evita il “già sentito” ed è più facile trovare sviluppi meno scontati.

[C-L]: Cosa consiglieresti a un autore che volesse affrontare un argomento che, analogamente al “tempo”, sia stato già affrontato sotto molteplici aspetti? Sì, insomma, hai una ricetta per l’originalità?
[PDP]: No, magari ci fosse una ricetta... Posso solo dire che la realtà offre molti spunti fantascientifici, oggi, per cui forse sarebbe meglio partire da lì per cercare nuove idee che non rifarsi troppo alla tradizione letteraria. Ma questo consiglio è piuttosto banale, fosse una ricetta per l’originalità sarebbe un paradosso.

[C-L]: Quali ritieni siano, per un autore emergente, i concorsi letterari da non perdere? Quali invece, quelli da evitare?
[PDP]: C’è un discorso di serietà organizzativa cui bisogna stare attenti, per tanto per cominciare. Eliminati dalla lista i concorsi disorganizzati e le “farse”, credo che la scelta dipenda dagli obiettivi che una persona si pone. Se qualcuno cerca la pubblicazione, la notorietà del concorso o il premio in pubblicazione possono sicuramente aiutare ad arricchire in modo significativo un curriculum. Ci sono poi altri concorsi, che sono quelli che personalmente preferisco, dove la partecipazione consente di mettersi alla prova più attivamente e migliorarsi, magari perché sono da sviluppare in modo collaborativo o perché mettono in comunicazione diversi autori.

[C-L]: Cosa pensi della fantascienza italiana, oggi?
[PDP]: Non sono un grande esperto, ma anche se ho una conoscenza limitata degli scenari un po’ più “underground”, ritengo che sia lì che covi la qualità che aspetta di emergere. D’altronde si sa che le grosse case editrici la maggior parte delle volte pubblicano solo cose già collaudate. La fantascienza invece è un genere va sempre re-inventato che è stato più volte re-inventato, come è accaduto in passato con la new wave e il dal cosiddetto cyberpunk. Di sicuro oggi la fantascienza è entrata nell’immaginario collettivo in una serie molteplice di forme. Sono convinto che stupire il lettore sia ancor più difficile di una volta, ma questo forse allo stesso tempo apre spiragli anche per tematiche più mature.

[C-L]: Qualitativamente, come giudichi i racconti in gara al Circo Massimo?
[PDP]: Sia nella sezione dedicata alla Sci-Fi che in quella dedicata al fantastico ho avuto il piacere di leggere molti racconti davvero notevoli. È bello vedere che in giro ci sia tanta potenzialità, tante idee, e spesso anche una già affermata qualità finale. Per questi autori rimane il grosso problema di raggiungere il pubblico. Spero che su questo versante il web porterà una evoluzione positiva anche in Italia, dove, quando si tratta di innovare, gli ingranaggi cigolano pericolosamente e va tutto un po’ al rallentatore.

[C-L]: Quindi pensi che i concorsi letterari come il Circo Massimo possano dare un impulso importante a trovare nuovi autori di talento?
[PDP]: Questo è sicuro. Per i motivi che ho detto prima, e soprattutto per gli aspetti costruttivi che ho evidenziato, mi auguro che il Circo Massimo diventi un vero punto di riferimento nel panorama dei concorsi italiani, e una vetrina importante per chi partecipa. E’ una iniziativa che fa bene, e per fortuna non è la sola.

[C-L]: Hai accennato alla possibilità che il web possa dare un’evoluzione positiva a quegli autori che desiderano emergere. In quest’ottica come giudichi l’editoria on-line? E cosa pensi di quella a pagamento?
[PDP]: Oggi la pubblicazione tramite i canali tradizionali è sicuramente da preferire, ma il mio giudizio riguardo l’editoria on line non è del tutto negativo. Condanno ovviamente i “falsi editori” che guadagnano solo dai contributi per la pubblicazione versati da autori forse un po’ ingenui o troppo entusiasti. Sono però convinto che l’autoproduzione possa evolversi in un futuro molto prossimo e portare alla luce nuove vie di contatto tra autori e pubblico. Oggi forse non ci sono molti mezzi “seri” per la distribuzione on-line di lavori autoprodotti, ma le cose potranno evolvere in meglio.

[C-L]: Tu come hai iniziato a scrivere?
[PDP]: Alcuni anni fa mi divertivo a scrivere avventure per giochi di ruolo. Solo recentemente, da circa un anno, mi è balenata l’idea di scrivere narrativa. Mi sarebbe sempre piaciuto scrivere, in realtà, ma avevo questa idea, un preconcetto abbastanza diffuso, che la scrittura fosse una prerogativa solo di quei pochi “predestinati” dalla nascita ad avere talento e dotati di una cultura superiore. Ma nel corso del tempo ho cominciato a sospettare che tutto si possa imparare, almeno in una certa misura, e allora mi sono deciso a provare. Provando, ho scoperto che è divertente!

[C-L]: Che consigli daresti a un autore emergente?
[PDP]: Di divertirsi a scrivere, e di cercare sempre il confronto con gli altri per migliorarsi. È più importante divertirsi e migliorarsi che non “emergere” a tutti i costi.

[C-L]: A livello di letture, cosa ti senti di consigliare?
[PDP]: Per quanto riguarda la fantascienza, propongo a chi non l’ha già fatto di leggere Pat Cardigan. A parte questo, consiglio e mi ripropongo io stesso, almeno una volta l’anno, di entrare in una libreria e comprare un libro di qualche autore a me sconosciuto, meglio se italiano o in lingua originale, scegliendo solo in base a una esplorazione degli scaffali, senza seguire i consigli di nessuno, evitando i generi che leggo abitualmente. Un po’ come andare a caccia di quadrifogli.

[C-L]: Progetti nel cassetto?
[PDP]: C’è un matrimonio in vista! Parlando di scrittura, però, penso solo che scriverò altri racconti di genere fantastico, e se arriva l’idea giusta proverò anche qualcosa di più lungo.


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Concorsi-Letterari.it intervista lo scrittore Paolo Di Pierdomenico
Intervista pubblicata il 06/08/2009
Da: Daniele Picciuti
Fonte: Concorsi-Letterari.it


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